Il Cohousing diffuso

Sappiamo tutti quanto sia difficile realizzare un cohousing in una grande città italiana, sia per i costi (cohousing in acquisto) che per la scarsa disponibilità di palazzi interi da affittare (cohousing in affitto). Per riuscire a realizzare un cohousing, a Milano hanno avuto una idea interessante. Il progetto si chiama Invece si.

Sono partiti dal modello dell’albergo diffuso e l’hanno applicato al cohousing. Il cohousing è creato e fatto semplicemente dal cuore e dalla volontà dei partecipanti, che scelgono di abitare in modo collaborativo, eco, solidale. Quindi non i soliti coinquilini, che costretti a volte dalla necessità si trovano talvolta a vivere in situazioni che sembrano simili a un quadro di Dalì. Ma persone che abitano insieme condividendo un progetto, valori e sensibilità.

E in pratica?

Il cohousing diffuso è composto da tanti nuclei attivi di cohousers diffusi che aderiscono al progetto. Un cohousing non nasce necessariamente tra persone che vivono nello stesso edificio, l’importante è che le persone condividano gli stessi valori. Se possibile la maggiore efficacia si ottiene se il cohousing diffuso è realizzato in uno stesso quartiere con distanze raggiungibili a piedi.

Il primo passo quindi è creare almeno tre gruppi di coinquilini che vogliono prendere parte, e un attivatore che tenga le fila del progetto in loco.

Il secondo passo è cominciare a collaborare: verranno usate delle piattaforme online per gli acquisti condivisi, per condividere oggetti, verrà creato un gruppo di acquisto solidale tra i cohousers, e sarà creato un gruppo online per il time sharing (banca del tempo).
Le piattaforme web per fornire gli strumenti collaborativi sono già state individuate e sono pronte ad accogliere i cohousers.

Il terzo passo sarà trovare uno spazio dove organizzare iniziative comuni e per condividere servizi e oggetti. In questo modo i cohousers di Invece sì, seppur abitando in edifici separati, vivranno in modo collaborativo come in un cohousing.

Il quarto passo è contaminare alle pratiche collaborative i vicini e altri nuclei di coinquilini.

Un passo alla volta il cohousing diffuso si allarga, altri vicini cominciano a condividere e scambiare oggetti, libri, interessi, creano momenti di incontro nel vicinato.
E poi tanto altro che nascerà un passo alla volta..

Le piattaforme collaborative utilizzate saranno una cassetta degli attrezzi per sperimentare pratiche di condivisione e un’occasione per socializzare.

Per il coliving diffuso non è necessario abitare nello stesso edificio, ma si realizza usando un framework (intelaiatura, quadro strutturale) di strumenti tecnologici collaborativi e spazi comuni esterni sul quale si solidifica la pratica collaborativa e quindi l’essenza vera del cohousing.
Una forma di cohousing leggera ma che ne riproduce tutte le caratteristiche.

Invece sì è un coliving che si replica in tante declinazioni simili e diffuse per la città in contatto e collaborazione tra di loro, per adottare giuste e socievoli pratiche.
Invece sì è un cohousing per contaminazione.

Oltre a questo, i cohouser di Invece sì andranno a vivere in un normalissimo, ma speriamo non troppo grigio, condominio milanese.

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