Nel 2015 abbiamo dato vita alla rubrica “Città in rovina”, proprio per accendere i riflettori sui tanti, troppi immobili abbandonati o fatiscenti che avrebbero potuto costituire un volano per la ripresa di Roma. Nel 2021, dopo sei anni, qualcosa inizia a muoversi anche se a piccoli passi grazie non tanto all’amministrazione capitolina quanto ai provvedimenti europei e nazionali.
Tra il 2019 e il 2020 è stato approvato il cosiddetto PinQua, Programma Innovativo per la Qualità dell’Abitare. Si tratta di un piano realizzato di concerto tra i Ministeri dell’Economia e dei Beni Culturali per ridurre il disagio abitativo nelle periferie e per avviare quella “rigenerazione” urbana di cui tanto si parla. Insomma ripartire proprio dagli immobili in disuso per dare lavoro e qualità di vita.
Potevano partecipare alla richiesta di finanziamento i Comuni con almeno 60mila abitanti e i capoluoghi di provincia. In Italia c’è stata una gara a presentare progetti interessanti e innovativi nel tentativo di accaparrarsi più fondi possibili.
Roma, con la sua lentezza e la sua distratta amministrazione, è arrivata buon ultima presentando solo tre progetti, ma meglio di niente. Avrebbe potuto fare molto di più, sarebbe bastato leggere gli articoli della nostra rubrica, ma intanto tre progetti ci sono e potrebbero ottenere il finanziamento necessario.
Per essere ammessi al finanziamento era indispensabile presentare idee innovative dal punto di vista ambientale e garantire la fine dei lavori entro il 31 marzo 2026.
Bari, per fare un esempio, ha pensato in grande, riqualificando l’intera area a ridosso della Stazione Centrale, per creare un asse tra il centro storico e i quartieri moderni. Milano si è concentrata sulle periferie più disagiate.
E Roma? Vediamo allora i tre progetti che la capitale ha messo sul tavolo che hanno ottenuto il benestare del Governo. Giovedì, il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini ha firmato il decreto che assegna i fondi.