Portato a termine da un gruppo di amici, questo edificio in cohousing a Berlino – firmato dallo studio d’architettura June14 – propone un modello alternativo al mercato speculativo convenzionale
di Leonardo Lella, Abitare – 29 Aprile 2023
Da quando si sono stabiliti a Berlino nel 2010, Johanna Meyer-Grohbrügge e Sam Chermayeff hanno coltivato il sogno di costruire un edificio di cohousing con un gruppo di amici. Benché oggi siano titolari di studi distinti, i due architetti – lei tedesca, lui statunitense – hanno finalmente portato a termine il progetto, firmato da June14, lo studio che avevano fondato a seguito di un’esperienza comune presso Sanaa a Tokyo.
La costruzione dell’edificio è stata possibile grazie al sistema dei Baugruppen, un modello non speculativo piuttosto diffuso in Germania, che prevede l’acquisto di un lotto da parte di privati e la costruzione di un edificio multifamiliare senza intermediari (e quindi senza margini di profitto). Venticinque unità abitative con cortile e terrazza comuni, sorte sulla Kurfürstenstraße, una strada dell’ovest di Berlino oggi in piena trasformazione.
Risultato della complessa geometria dell’edificio – formata dall’intersezione di sei volumi sfasati tra di loro – gli appartamenti sono tutti duplex, con muri di cemento a vista e grandi vetrate sull’estero. Nessun tramezzo è necessario in queste case-atelier, a volte connesse da spazi comuni: le rientranze e gli aggetti dei volumi ritagliano i diversi ambienti della casa, i cui limiti sono volutamente labili. Anche la soglia tra strada e spazio domestico sembra esser stata rimessa in discussione. Le importanti trasparenze (grazie all’orientamento a nord della facciata principale) e le grandi aperture scorrevoli, ridefiniscono il modello del blocco europeo senza scardinarne la struttura. L’edificio chiude l’angolo di un isolato in parte distrutto durante l’ultima guerra mondiale.